L’epidemiologo Eric Feigl-Ding consiglia di fare scorta di antivirali per l’influenza aviaria H5N1. Altri esperti invitano alla calma.
Negli ultimi mesi, i continui focolai di influenza aviaria H5N1 negli Stati Uniti hanno riacceso il dibattito sulla preparazione sanitaria. L’epidemiologo americano Eric Feigl-Ding, noto per la sua attività divulgativa durante la pandemia di COVID-19, ha recentemente sollevato l’attenzione con un appello su X, la piattaforma precedentemente conosciuta come Twitter. Feigl-Ding ha consigliato alla popolazione di iniziare ad accumulare antivirali come Xofluza e Relenza, per essere pronti nel caso l’influenza aviaria diventasse trasmissibile tra esseri umani. Questo avvertimento ha suscitato diverse reazioni tra gli esperti di salute pubblica, in particolare in Italia, dove alcuni ricercatori invitano alla calma e alla prudenza.
La posizione di Feigl-Ding
Feigl-Ding, che vanta oltre 750.000 follower su X, ha spiegato che l’accumulo di farmaci potrebbe risultare cruciale qualora gli antivirali diventassero scarsi. Ha sottolineato che alcuni di questi farmaci, come il Tamiflu, sono approvati dalla FDA anche per la prevenzione dell’influenza. Tuttavia, il suo messaggio ha sollevato preoccupazioni per un possibile allarmismo non giustificato. Feigl-Ding insiste che la prevenzione è la chiave, e che è meglio essere pronti piuttosto che pentirsi in un secondo momento.
Bassetti e l’appello alla moderazione
Matteo Bassetti, infettivologo italiano, ha definito “esagerato” l’appello di Feigl-Ding. Bassetti ha sottolineato che invitare la popolazione a fare scorta di antivirali potrebbe generare un allarmismo inutile. “La giusta attenzione verso l’influenza aviaria è necessaria, ma bisogna evitare di creare panico“, ha dichiarato all’Adnkronos Salute.
Secondo Bassetti, è compito dei sistemi sanitari organizzarsi per l’approvvigionamento dei farmaci e non dei singoli cittadini. Ha inoltre ricordato l’importanza di una comunicazione equilibrata e accurata, specialmente quando viene diffusa da figure con una vasta platea di seguaci sui social media.
Anche alcuni ricercatori italiani hanno espresso preoccupazione per l’eccessivo allarmismo. Francesco Branda e i suoi colleghi dell’Università Campus Bio-Medico di Roma hanno pubblicato un articolo su ‘Travel Medicine and Infectious Disease’ in cui paragonano la situazione attuale alla favola di Esopo, ‘Al Lupo, al lupo!’. Essi sottolineano che troppo allarme può portare la popolazione a non prendere sul serio le vere emergenze future. “Il monitoraggio genetico continuo e l’approccio ‘One Health’ sono essenziali”, affermano, “ma è importante evitare di spaventare inutilmente la popolazione“.
Mentre l’accumulo di antivirali potrebbe sembrare una misura prudente, molti esperti raccomandano un approccio più equilibrato. È fondamentale mantenere un’alta vigilanza e preparazione, senza cadere in allarmismi che potrebbero rivelarsi controproducenti. La chiave è una comunicazione chiara e responsabile, che rassicuri la popolazione senza minimizzare i rischi reali.